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Mi chiamo Daniela Chizzoli, ma c’era una persona, molto tempo fa, che mi chiamava Dalù...
A quattro anni o giù di lì, un giorno entrai nel laboratorio di un pittore. C’era odore di colori a olio, trementina e polvere. C’erano dita sporche di carboncino e acquarelli consumati. C’erano tele e cartoncini, stoffe, pennelli, legno e attrezzi sconosciuti e misteriosi. E c’era un Uomo in canottiera, naturalmente elegante, girato di spalle con un panama in testa e una sigaretta dimenticata.
Accadde che l’Uomo mi aprì il suo universo oltre il Tempo e le Parole. Non disse nulla. Mi lasciò libera di Fare o Nonfare, così come dovrebbe essere concesso ad ogni bambino; senza mai guidarmi la mano per non contaminare il miracolo della scoperta. Per non sciogliere il Mistero e lo Stupore, vere Essenze della vita.
Da allora, attraverso i molti lavori che ho fatto, attraverso gli studi e le esperienze, non ho mai più smesso di essere quella bambina. E mi auguro che qualcuno di Voi possa incontrarla o intravederla nelle pagine di questo sito.
A quell’Uomo va la mia eterna riconoscenza. L’Uomo con il panama e il sorriso misterioso: mio nonno Giovanni.
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